sabato 5 novembre 2011
I venti di guerra nucleare che hanno ricominciato non a soffiare,
ma ad essere soffiati,
ci rammentano che l'unica speranza per la pace è il disarmo.
Nucleare e non solo.
Ma nessuno ha in agenda il disarmo:
nè i governi nè le opposizioni, nè i movimenti nè i partiti,
nè gli indignati nè i rassegnati.
Se nessuno ha in agenda il disarmo,
mentre la corsa agli armamenti galoppa,
la guerra è già pronta,
consapevolmente, negli arsenali e,
inconsapevolmente, nelle teste di tutti.
L'unica via d'uscita è l'avvio, adesso,
del disarmo nelle teste
che imponga il disarmo degli arsenali in tutte le agende:
politiche, informative, culturali, religiose, associative, movimentiste.
Altrimenti, dopo,
saranno perfettamente inutili le manifestazioni pacifiste
per fermare la catastrofe avviata.
E' necessario agire subito,
ciascuno per come può e per come sa, ovunque:
nei partiti e nelle istituzioni, nei giornali e sul web, a scuola e all'università,
in parrocchia e in moschea, nelle associazioni e nei movimenti.
Già un'altra volta una crisi finanziaria globale si concluse con una guerra.
E fu mondiale, e fu nucleare.
E ancora, di nuovo, si prepara.
Oggi, ora, nessuno è escluso dalla respons/abilità,
ossia dal dover rispondere alla domanda:
tu che cosa hai fatto per evitare che ciò avvenisse?
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