mercoledì 29 dicembre 2010

Se a Vibo Valentia fosse stato un migrante...

Se a Vibo Valentia fosse stato un migrante ad uccidere un padre italiano con i suoi quattro figli, avremmo schiere di calabresi con le spranghe per le strade, come a Rosarno; giornali e giornalacci con titoli a nove colonne; salotti televisivi invasi per giorni con modellini del fienile; il ministro dell'interno a pianificare e far eseguire rastrellamenti di massa. Tutti uniti in una santa alleanza razzista, invece...Invece, si tratta di un "normale" regolamento di conti tra calabresi. E quindi, oggi solo un richiamo in prima e mezza pagina in diciannovesima e domani sparirà dai giornali. Anche da quelli locali, che avranno nuovi morti caldi di giornata a cui dar spazio.

In Calabria c'è una guerra che fa più morti ammazzati cha a Belfast ai tempi della guerra civile. Ma è rimossa dalle cattive coscienze locali e nazionali, ormai assuefatte e rassegnate alla lacerazione morale, civile e sociale di un pezzo di nazione. Non è razzismo, anche contro se stessi, questo silenzio?

E non è il miglior alleato della mafie?

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